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RECENSIONE SPLENDORE di Margaret Mazzantini

TRAMA

"Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?" si chiedono i protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi, due uomini, due destini. Uno eclettico e inquietto, l'altro sofferto e carnale. Una identità frammentata da ricomporre, come le tessere di un mosaico lanciato nel vuoto. Un legame assoluto che s'impone, violento e creativo, insieme al sollevarsi della propria natura. Un filo d'acciaio teso sul precipizio di una intera esistenza. I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell'altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l'amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio. L'iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita l'infanzia, l'adolescenza, il ratto dell'età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. Ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per l'età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme. Un romanzo che cambia forma come cambia forma l'amore, un viaggio attraverso i molti modi della letteratura, un caleidoscopio di suggestioni che attraversa l'archeologia e la contemporaneità. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.

RECENSIONE

Per la mia prima recensione, mi sembra giusto partire da una fuoriclasse. Margaret Mazzantini è una scrittrice che adoro. "Venuto al mondo" mi è rimasto nel cuore e ho comprato questo libro sulla fiducia.

Fiducia che è stata confermata e forse decuplicata.

Dopo aver finito "Splendore", l'ho letto subito una seconda volta. Ho letto solo i tratti più salienti, quelli che, secondo me, assumevano una luce nuova in ragione della rivelazione inserita nel finale della storia.

Questa è una tecnica cara alla Mazzantini.

Proprio nelle ultime pagine fornisce un'informazione che, come una lampadina accesa di colpo in una stanza in penombra, dà nuova forma, definendola, a linee e tratti incerti e sussurrati, che il lettore non aveva avuto modo di comprendere appieno.

Alla seconda lettura ho apprezzato ancora di più la maestria letteraria della scrittrice e lo "splendore" del romanzo.

Il velo di malinconia che perpetra il racconto dell'intera vita dei due protagonisti trova finalmente una collocazione, una spiegazione, lasciando un sapore agro-dolce che rende questa storia di un amore contrastato indelebile nella memoria.

Il tema scelto: un amore omosessuale che si forma, si concretizza e si sfalda più volte, dagli anni sessanta fino ai giorni nostri, è molto delicato e complesso.

Ma l'autrice riesce a ammantarlo di un velo indissolubile di struggente romanticismo e di tragico realismo che ha il risultato di coinvolgere empaticamente il lettore.

"Ci si innamora quando si fa l'amore, la carne è l'unica spiaggia che le anime hanno."

La scrittura poetica e ritmica della Mazzantini fa tutto il resto, di modo che mi è stato impossibile non immedesimarmi con il protagonista-voce narrante Guido e innamorarmi assieme a lui di Costantino.

"Ciao ragazzo."

Questo essere umano candido ed eroico, pieno di ideali e sogni, seguito però da un'ombra impalpabile che ne fagocita a pezzi l'anima e la volontà.

Una creatura speciale e fragile nascosta dietro a una corazza di valori sociali bigotti e cruda pragmaticità.

"Mi piacerebbe così tanto viziarlo, potermi permettere di essere maestoso come il mio cuore vorrebbe, sradicarlo dalla sua vita, da quella automobile con quel seggiolino dietro pieno di briciole e sudore"

Nonostante quella di Guido e Costantino sia una storia struggente, riesce a trasmettere un messaggio tremendamente positivo e coraggioso, o almeno questo è quello che ne ho tratto io.

Il messaggio è che l'amore, anche se sorretto da sogni impalpabili e irrealizzabili, anche qualora non corrisposto, non coltivato, anche se negato, maltrattato, dimenticato è la benzina più potente del mondo e bisogna lottare per concedergli di affermarsi, nonostante gli innumerevoli schiaffi che la vita frappone tra noi e il nostro obbiettivo.

"Mi metterò a cercare un lavoro, supplenze in periferia... aspetterò le ore libere di Costantino. Voglio educarlo alla dolcezza e al rispetto."

Questo romanzo sembra dire: non avere paura di perdere la dignità per amore; nell'amore non c'è vergogna, non c'è peccato.

"Allora fu natura, la nostra natura che esplose e trovò l'espressione più dolce e benevola."

In fondo, la circostanza che si tratti di due uomini rende solo possibile disegnare una storia d'amore intuitivamente intesa come ostacolata dal mondo e dalle sue assurde convenzioni sociali.

Le remore di essere se stessi che accompagna i due protagonisti, le loro insicurezze muovono a commozione il lettore perchè sono tangibili, credibili, comprensibili.

Nonostante alcune opinioni negative adocchiate sul web, il mio voto non è solo molto positivo ma massimo nella scala dei valori di giudizio.

Le ultime dieci pagine ho pianto.

Ci sono solo tre libri, in tutta la mia vita, con i quali mi sono commossa, pertanto il giudizio per "Splendore" non può che essere:

*****plus.

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