top of page

Ti ricordi che ho il tuo numero? - concorso "Scrittori in carrozza 2014" indetto da Trenor


<<Come sai il mio nome? Io non te l'ho detto!>> gli dico, alzando un po' la voce per farmi sentire.

Lui si volta e mi rivolge uno sguardo perplesso. <<Certo che l'hai fatto!>>

<<Non ci siamo presentati in treno. Quando...?>>

<<Non in treno. In tribunale. Quel giorno in coda davanti allo sportello delle iscrizioni a ruolo.>>.

Rimango a bocca aperta. Non mi ricordavo che mi avesse detto il suo nome.

E soprattutto non pensavo che lui ricordasse l'episodio. Non mi ha mai salutato tutte le volte che ci siamo incontrati per i corridoi del tribunale!

Però a dire il vero, neppure io l'ho mai salutato. Forse, anche lui temeva, come me, che io non mi ricordassi di lui e quindi evitava di farlo.

Che cosa infantile da parte di tutti e due!

<<Non ti ricordi?>> domanda lui, dubbioso.

<<Certo che mi ricordo....io...>> sono imbarazzata e molto confusa.

Non voglio che le cose precipitino e che torniamo a guardarci da lontano come due sciocchi.

<<Senti, hai tempo per un caffè prima del tribunale? Per ringraziarti. Insomma, stai portando anche i miei fascicoli... Federico>>, da qualche recondito recesso della mia mente ricordo che è il suo nome. Lo sento, più che ricordarlo, e quindi lo dico.

La sua espressione si illumina, come quella di un bambino. <<Ma certo! Tutto il tempo che vuoi!>>

Siamo di nuovo in stazione, al binario uno, in attesa del treno che ci riporterà a Milano.

Sono passate più di due ore. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare in cancelleria e lo abbiamo fatto insieme.

Ho già un appuntamento con lui per domani sera. In un attimo di audacia, l'ho invitato a cena da me e lui ha detto si.

Sono euforica, ma cerco di mascherarlo meglio che posso; anche se il fatto che continuo a sorridergli ogni tre minuti come una stupida deve renderlo piuttosto evidente.

Quando il treno arriva puntuale alle 11:46, saliamo su una carrozza semivuota. Camminiamo lungo il corridoio fino a trovare quattro posti liberi e ci sediamo vicini, posando le borse sul pavimento e continuando a squadrarci come due ragazzini alle prime armi.

Io gli sorrido. Lui mi sorride.

Il treno parte e il lento dondolio sembra cullarci, rendendo ancora più intimo il nostro idillio romantico; fino a che non sentiamo un pesante tonfo provenire dal sedile di fronte a noi.

Alzo gli occhi, con un brutto presentimento.

Davanti a me è seduta una signora sui sessant'anni con dei vaporosi capelli rosso fuoco, un vestito blu elettrico e una miriade di sacchetti di colori differenti.

<<Siete due avvocati?>> chiede, mostrandoci tutta la dentatura del suo ponte, in quello che dovrebbe essere un qualche tipo di sorriso.

Noi ci limitiamo a muovere all'unisono la testa, in segno di assenso, accomunati dalla vana speranza che la conversazione si concluda lì.

<<No, perché dovete sapere che il cugino di mio marito aveva una moglie, il cui fratello ha studiato giurisprudenza. Infatti sono venuta qui, a Vigevano, proprio a trovare, invece, il mio di cugino. Pensate che caso! Mio cugino ha un problema serio...>>

Oh santo cielo! E ora quale altra storia mi toccherà ascoltare?!

Featured Review
Tag Cloud
Non ci sono ancora tag.
  • Facebook B&W
  • Twitter B&W
  • Google+ B&W
  • Facebook B&W
  • Twitter B&W
  • Google+ B&W
bottom of page