Ti ricordi che ho il tuo numero? - concorso "Scrittori in carrozza 2014" indetto da Trenor
- Veronica Consolo
- 18 gen 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Il treno parte con un leggero scossone, iniziando il suo tragitto dondolante e rumoroso.
Lui si sposta leggermente per sedersi più comodo e inizia a leggere un giornale che ha in mano: “Leggi Oggi”.
Oh santo cielo! Anche sul treno?
Ma quando si piega per leggere meglio vedo che l'articolo su cui è concentrato parla della violenza sulle donne e delle misure legislative adottate per contrastarla. Dieci punti bonus per il vincitore!
Ho deciso di avere di fronte l'uomo della mia vita; solo che lui non lo sa ancora, quindi ho giusto trenta minuti per convincerlo che io sono la donna della sua vita. Che ci vuole?!
Se in trenta minuti riesco a fare cinque depositi in cinque cancellerie su diversi piani del tribunale, nello stesso tempo posso sicuramente fare innamorare un uomo!
Mi accorgo che sto continuando a fissarlo ininterrottamente, come una cretina, da dieci minuti buoni, perciò abbasso lo sguardo in direzione delle mie ginocchia.
Non è un buon inizio se pensa che sono una stalker invasata!
Mi giro i pollici spremendo le meningi per trovare qualcosa di intelligente da dire per rompere il ghiaccio.
Guardo fuori. Abbiamo già raggiunto la campagna fuori città e il suo verde sconfinato. Ammiro quella tranquillità cercando di calmare il mio cuore che batte all'impazzata e concentrandomi per aver un qualche tipo di ispirazione su qualcosa da dirgli.
Niente. Non mi viene in mente niente!
<<Anche tu sei diretta al tribunale di Vigevano?>>.
Sono così assorta nei miei pensieri e nel mio misero tentativo di formulare una frase intelligente che quasi salto sulla sedia quando sento la sua voce.
Lo guardo e devo avere un'espressione inebetita da vera idiota, perché lui ripete la domanda.
<<Vai anche tu a Vigevano in tribunale?>>
<<Si, si! Anche io!>> dico sfoggiando un sorriso a trentadue denti mal riuscito, tanto che dovrà essere sembrata più una smorfia di dolore.
A questo punto non so che dire.
E siccome non so assolutamente cosa dire, come mio solito, inizio a parlare a vanvera.
<<Si, devo depositare un ricorso per decreto ingiuntivo, penso di averne fatti un centinaio nell'ultimo periodo, sai il mio dominus è un po' esaltato....bla, bla, bla... allora abbiamo tipo venti procedure esecutive in giro per l'Italia contro nostri ex clienti....bla, bla, bla...cioè io non riuscirei a entrare in casa di una persona con cui ho avuto rapporti di lavoro e magari con cui ho anche cenato e portarmi via il tavolo del soggiorno, il televisore, il divano...bla, bla, bla....cioè insomma ci vuole uno stomaco di ferro...>>.
Mi rendo conto che il poverino sta annuendo cortesemente da quasi un quarto d'ora, mentre io parlo, parlo e parlo.
No così non va bene! Penserà che sono una mitomane!
Perciò mi stoppo tutto d'un colpo, tanto che non finisco neppure la parola che stavo pronunciando e chiudo la bocca ermeticamente.
Ok. Ora sto zitta!
<<Tutto bene?>> domanda lui, perplesso.
Effettivamente sarò sembrata una pazza! Ma pensavo non mi stesse neppure ascoltando! Per questo mi sono fermata all'improvviso. Non credevo se ne accorgesse!
<<Si,si!>> balbetto stupidamente, muovendo energicamente la testa in segno di assenso.
Lui sorride. Non so perché...
Ecco! Mi trova buffa! Che disastro!
Comments